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giovedì 23 agosto 2012

Meglio primi su Google o su Facebook?

Chi si occupa di posizionamento nei motori di ricerca e del cosiddetto SEM (Search Engine Marketing) non può oggi fare a meno di confrontarsi con la crescente attenzione delle aziende verso i Social Networks (Facebook in primis) come mezzo di e-marketing.
La socialità è un elemento essenziale dell’essere umano, da sempre, e gli attuali social networks sembrano quindi rappresentare la naturale evoluzione della tecnologia Internet per assecondare questa propensione.
Il fatto è che l’interesse commerciale si è rapidamente insinuato nei più sottili meccanismi di questi canali di comunicazione digitale. Da Facebook a FourSquare “qualcuno” vuole portarci a rendere “pubbliche” tutte le nostre preferenze e i nostri acquisti.
L’idea di fondo è semplice e per nulla nuova. Tutti noi siamo portati a fare cose e acquisti se consigliati da persone di nostra conoscenza e fiducia (il classico passaparola). Internet ha reso possibile estendere la nostra cerchia di “amici” in modo impensabile coi canali di comunicazione e incontro tradizionali, e quindi ha fatto nascere forme nuove e più complesse di passaparola.
Se il singolo utente si può illudere di avere il controllo sull’estensione della propria “esposizione”, chi controlla i networks dispone in realtà dell’interezza delle informazioni prodotte dalle condivisioni sociali.
La trasmissione di inchiesta Report (RAI3) ha dedicato nell’ultima stagione una trasmissione sui “rischi” per la nostra privacy collegati all’utilizzo dei social networks (e non solo), che ha, come sempre, attirato l’attenzione di molti e fatto accrescere la sensibilità su questo tema (l’ho riscontrato anche tra i miei contatti).
Ciò detto, non si può però negare che il “Mi piace” è oggi un must del marketing, tanto da essere stato sperimentato anche in configurazioni “off-line” tramite la tecnologia RfId (sensori di prossimità e tag opportunamente configurati utilizzati nel corso di eventi per esprimere le preferenze dei partecipanti).
Oggi, in particolare nelle applicazioni B2C (Business to Consumer), c’è bisogno di esposizione tramite il “Mi piace“, quanto di visibilità nei motori di ricerca, ed è lecito porsi il problema se l’influenza di Facebook, e degli altri Social Networks, sia destinata a superare quella di Google e dei motori di ricerca. Prova ne è anche il recente lancio di Google+1, come prima riposta del colosso Internet, alla sempre più agguerrita concorrenza.
La mia opinione è che ci sono molti contesti dove l’importanza della visibilità nei motori di ricerca è ancora prevalente (ovvio che potendo è meglio trarre il massimo da entrambi i canali), mentre in altri (es. la Brand Reputation, il rapporto delle grandi marche coi propri clienti, o le iniziative basate su “eventi”) sia ormai indispensabile un congruo investimento nella cura della propria presenza nei Social Networks.

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